Sindrome del tramonto

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È una sindrome di cui soffrono soprattutto i malati di Alzheimer. Importante da capire a 360°, per andare incontro alla persona e per aiutare la Badante a gestirla.

Le persone affette da disturbi che coinvolgono la sfera cerebrale spesso accentuano il proprio disagio al calare del sole. Non si tratta di una suggestione e per quanto difficile da spiegare scientificamente, non è casuale.

Alla fine del pomeriggio/inizio della sera, i pazienti manifestano quello che in inglese è chiamato “sundowning” (calar del sole). Agitazione, irritabilità, stato confusionale sono i sintomi, purtroppo proprio quando la Badante avverte il bisogno di una pausa.

Spesso gli anziani camminano in casa senza trovare pace, urlano senza apparente motivo, soffrono di frustrazione.

Ciò che scatena l’ansia può essere collegato a eccesso di stanchezza, sete o fame inevase, depressione, noia, dolore fisico.

Le cause non sono ancora state comprese pienamente ma esistono statistiche su alcuni comportamenti da adottare per arginare con discreto successo le conseguenze.

La persona che se ne prende cura può agire in modo da suscitare un effetto calmante.

* Riducendo il disordine nella stanza, il rumore di sottofondo, il numero delle eventuali persone che sono nella stessa casa o stanza. Tirando i tendaggi e accendendo lampade per minimizzare le ombre, che in genere producono un effetto destabilizzante, pur lasciando la persona in prossimità di una finestra, cui avvicinare la poltrona.

* Distraendo l’anziano con uno snack favorito, un sorso di bevanda (mai alcolici o prodotti contenenti l’eccitante caffeina, come coca cola e caffè), l’invito a svolgere una piccola attività abitudinaria, come piegare asciugamani e spugne che si utilizzano o come sintonizzarsi su un programma televisivo gradito e ricorrente.

* Creando al tramonto un’atmosfera calma, magari aiutandosi con una musica rilassante, leggendo qualcosa alla persona, suggerendo di chiamare al telefono una persona amica.

Alcune buone abitudini vanno però adottate durante la giornata, il tempo che precede l’ora del tramonto. Un minimo di attività fisica è assolutamente consigliato: una passeggiata, qualche esercizio aiutano più di quanto si creda.

Vanno evitati i sonnellini lunghi, soprattutto nel pomeriggio; è importante che la persona a una certa ora avverta la sensazione di sonno e vada incontro alla notte nella condizione migliore.

L’aiuto del medico curante: se la sindrome persiste, ci sono farmaci che contribuiscono a stabilizzare l’orologio biologico dell’individuo ma è meglio non abusarne, perché gli effetti collaterali sono nausea, stato confusionale e possibili quanto inauspicabili cadute. Tranquillanti e regolatori dell’umore sono da utilizzare solo per brevi periodi.